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Albicocche e nettarine: produttività sotto la media, prezzi soddisfacenti

Alessandra-gentilini

Erika Angelini

BORGO TOSSIGNANO (Bologna) – L’alluvione in pianura e le frane in collina, molte della quali ancora attive, hanno provocato ingenti danni alla frutticoltura imolese, in particolare alla produzione di albicocche ma anche ciliegie e susine. Ma come sta andando la campagna di raccolta nelle aziende che non hanno subito i danni più catastrofici del maltempo di maggio? Lo abbiamo chiesto ad Alessandra Gentilini, titolare de “Il sole nella frutta” di Borgo Tossignano, in piena Valle del Santerno, e membro del Consiglio direttivo di Cia Imola.

“Nonostante la mia azienda sia stata risparmiata dai fenomeni atmosferici più intensi, il clima ha comunque condizionato la produttività e la qualità di albicocche e nettarine. Non dimentichiamoci, infatti, che le anomalie del clima sono iniziate da qualche anno, generando inverni con un clima semi-autunnale e temperature che hanno accorciato il periodo di riposo delle piante. In sostanza il ciclo vegetativo è sempre più lungo perché si allunga anche a mesi invernali troppo miti e poi il freddo e le gelate arrivano puntuali a inizio primavera, proprio quando albicocche, susine e pesche sono in piena fioritura.

L’analisi di chi non ha subito i danni peggiori a seguito del maltempo

Quest’anno il fenomeno non è stato così intenso come nel 2021, ma certamente molte aziende della Vallata sono state colpite, anche in maniera consistente. A questo si sono aggiunte le grandinate che, a macchia di leopardo, hanno provocato danni ulteriori in una fase di maturazione del frutto molto delicata. Quindi posso dire che, in generale, la produttività ci sarebbe ma è molto eterogenea e la stima finale nell’areale produttivo più vocato dell’imolese potrà essere fatta solo a fine campagna.

Per me rimane comunque difficile – continua Gentilini – parlare di un andamento e normalizzare una situazione ben lontana dalla normalità, visto che ci sono aziende anche molto vicine alla mia che hanno perso tutto per il maltempo di maggio, ma non dimentichiamo che la frutticoltura era già in forte sofferenza ben prima della tragedia che ha colpito il nostro territorio. Sofferenza provocata anche dalle difficoltà di mercato degli anni scorsi, che quest’anno non ci saranno proprio perché manca il prodotto che arrivava abitualmente dal nostro areale e da quello romagnolo.

Se sovrapponiamo le quotazioni della Borsa Merci di Bologna di metà giugno 2022 con quelle attuali vediamo che, ad esempio, una varietà di albicocche come la Pink Cot era quotata a 0,80 mentre adesso il prezzo è quasi raddoppiato e occorre considerare che sul mercato c’è ancora molto prodotto che arriva dal Sud, ed è dunque abbastanza logico pensare che le quotazioni rimangano stabili.
Quindi, per chi ha le albicocche ma anche le nettarine, credo che il bilancio finale della campagna sarà comunque positivo, ma non posso accettare che i prezzi salgano solo quando in qualche areale capita un evento catastrofico e che i produttori siano costretti a pensare: mors tua vita mea.

Per questo come associazione, anche a livello nazionale, bisogna pensare a politiche di maggiore sostegno per chi ha avuto danni ingenti non solo a causa dell’alluvione, questo è scontato, ma anche per chi da anni fatica a fare reddito con la frutticoltura. Dobbiamo chiedere che gli strumenti che abbiamo, a partire dal fondo Agricat, siano più efficienti per avere risarcimenti più certi e rapidi in caso di eventi calamitosi come gelate e grandinate. Solo in questo modo, con un deciso cambio di rotta, i frutticoltori potranno continuare a produrre e investire in nuovi impianti”.

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