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Ormai anche la città ospita animali selvatici, figuriamoci nei campi dell’Appennino bolognese

Sono decine le segnalazioni di danni alle colture agricole, nonché pericolosi attraversamenti stradali

Cia-Agricoltori Italiani Emilia Centro segnala l’intensificarsi delle incursioni degli ungulati, anche nei centri cittadini
Bergami, presidente Cia: “Confidiamo in uno snellimento delle procedure burocratiche negli accertamenti dei danni e auspichiamo che i piani di controllo, specialmente nell’Atc 3, possano essere efficaci nel contenimento dei selvatici invasivi”

“Ormai anche la città ospita animali selvatici, figuriamoci nei campi dell’Appennino bolognese che ha una densità tale da mettere a rischio le colture”. Cia-Agricoltori Italiani Emilia Centro segnala un incremento della fauna selvatica, ovunque, dovuto anche al rallentamento, se non addirittura un blocco dei piani di controllo alle specie invasive ed elenca le numerose proteste dei produttori.

Matteo Franzaroli, di Castel D’Aiano, è uno dei tanti agricoltori che conduce terreni anche a Montese, nell’Appennino modenese, segnala i problemi assieme alla Cia: “Abbiamo appena piantato le patate e già i cinghiali vanno nei campi mangiando i tuberi – afferma Franzaroli che ha terreni anche nl vicino comune di Montese – oltre ad entrare nei nuovi medicai rovinando le piccole piante e dobbiamo riseminare”.
Franzaroli riferisce anche di branchi di Cervi che, oltre ai danni arrecati alle coltivazioni, sono un grosso rischio per la circolazione.

“L’attività di controllo purtroppo è stata rallentata dall’emergenza sanitaria- osserva il presidente di Cia Emilia Centro Marco Bergami – ed ora confidiamo in un ulteriore snellimento burocratico nelle richieste di autorizzazioni per le azioni di prevenzione. La serrata che limita gli spostamenti interessa anche i coadiutori volontari degli Atc che abitualmente andavano a realizzare recinti o altre opere di prevenzione – prosegue Bergami – inoltre il fermo ostacola gli addetti dell’Atc incaricati di distribuire il materiale necessario a quei produttori disposti ad installare, anche autonomamente, le recinzioni. Le procedure burocratiche, anche a causa di oggettive limitazioni dettate dai provvedimenti per contrastare il Covid, non sono snelle – prosegue Bergami – e allungano i tempi di azione”.

Nel caso di abbattimento dei cinghiali, poi, scattano le consuete disposizioni che prevedono il controllo sanitario nei centri autorizzati “che – conclude Bergami, per gli stessi problemi dovuti al Coronavirus sono chiusi”.

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